Sogni.

Continuo a sognare le cose più improbabili. L’altra mattina mi sono svegliata col terrore di aver perso i capelli da metà cranio…ho raccontato il sogno alla Marta (sarà un personaggio ricorrente, abituatevi) e mi ha detto che è sintomo di cambiamento.

Esticazzi dico io! Adriana pelata, Adriana cambiata, magari coi capelli in testa però è meglio…

Oggi invece ho sognato di alzare la palla a due in una partita di pallacanestro e rendermi conto di stare alzando una palla infuocata. I giocatori erano una sorta di mostriciattoli alla Space Jam, peccato che Jordan non arrivava a farmi ciao 😦

Inizio davvero a credere di avere sinapsi particolarmente burlone!

 

Buona giornata, A.

Ispirazione.

Sono passati circa due anni dall’ultimo post. Due anni in cui sono cambiate infinte cose, due anni in cui l’ispirazione di raccontare era sparita, ora, all’improvviso, è tornata.

Dunque preparatevi, A è tornata e non vede l’ora di rendervi partecipi dei suoi pensieri un po’ folli 🙂

Mi siete mancati, tantissimo!

 

Casa.

Sono tornata a Milano in pianta stabile. Pisa mi manca già.

La libertà, la possibilità di autogestirmi, la gioia di poter fare ciò che preferisco. Qui ho amici, l’amore, la famiglia, ma me stessa non so ancora bene se è rimasta a Pisa o mi ha seguita.

Ora è giunto il momento di rimboccarsi seriamente le maniche. Da domani comincia un tour de force di impegni, cose da fare, da leggere e seguire. Lezioni da recuperare, libri e sentenze da cercare. Vorrei riuscire a ritagliarmi anche qualche momento per me, per pensare e fare un punto della situazione.

😉 A.

Piccole conferme.

Probabilmente è infantile, ma sono una persona che necessita di vedere un obiettivo ben preciso, raggiungerlo e poi passare oltre. Senza un obiettivo mi sento un po’ persa.

Mesi fa ho avuto una sorta di crisi esistenziale perché non sapevo più se ciò che stavo facendo, se il mio percorso di studi, l’essermi allontanata da casa e dai miei amici fosse davvero utile a qualcosa. Ieri finalmente mi sono resa conto che qualcosa lo so fare, non benissimo ma posso migliorare. Sono tornata a scrivere dopo parecchi mesi di stallo, di lontananza dagli amici di http://www.stampoantimafioso.it e pensa un po’… ha funzionato! È stato davvero…emozionante, sì, vedere quante persone hanno letto il mio piccolo articoletto.

Questo non era un vero e proprio obiettivo che mi ero posta, però cavoli che conquista! Soprattutto dopo qualche delusione dei giorni scorsi, tirocini rifiutati, rimbalzamenti vari ecc…
Ora sono pronta per tornare a Milano, cominciare un nuovo percorso e a farlo con qualche certezza in più. Credere maggiormente in me stessa non può di certo farmi male!

Buona giornata, io tento di sopravvivere a questo caldo asfissiante!

 

😉 A.

Guardare al futuro.

Domani. Tra un mese. Tra un anno.

Ho un piano? Forse sì…stranamente dopo un periodo in cui non riuscivo a vedere “la fine del tunnel” ora vedo un obiettivo da raggiungere. Difficile e intrigante, però almeno so cosa voglio. Tornare a Milano, finire il tirocinio e acquisire definitivamente competenze importanti. Discutere la tesi e portare avanti un progetto di inchiesta (che nome altisonante per una ricerca -.-‘). Trovare un posto mio e mio soltanto dove essere me stessa.

Lui ci sarà ancora? Non lo so. Lo spero ma credo abbia altri programmi. E’ così sbagliato avere dei progetti? Guardare lontano?

Io non so vivere senza programmi…magari sì, posso riuscirci per qualche mese ma non per sempre. Per queste cose sono terribilmente razionale e organizzata e finalmente inizio a capire cosa davvero voglio per la mia vita. Forse dovrei avere paura e essere triste al pensiero che potrei perdere cose e persone a cui tengo, ma ho un obiettivo da perseguire e ho deciso di farcela. E’ come una vocazione (giuro che non ho intenzione di farmi suora LOL), è qualcosa che quando ti entra nell’anima non ti lascia più.

Ci riuscirò?

😉 A.

Capaci…di guardare in faccia la realtà.

Il 23 maggio 1992 io non avevo neanche un anno. Non ho ricordi di quel giorno ma ho chiesto ai miei genitori di aiutarmi a ricostruire l’arrivo della notizia della strage di Capaci.

Internet non era alla portata di tutti come oggi, dunque certe notizie arrivavano solo con le edizioni straordinarie del telegiornale. Eravamo tutti e tre a casa, io e i miei genitori, e ad un certo punto partì la sigla del telegiornale in un orario insolito, fecero vedere le immagini della voragine sull’autostrada all’altezza di Capaci, il fumo nero. Mio padre, membro dell’esercito, racconta oggi che lo sconforto che provò in quel momento fu unico. Sconforto, dolore ma soprattutto rabbia. Rabbia che arriva un momento dopo le altre emozioni perché necessita di essere razionalizzata. Rabbia perché ci si rende conto che all’interno dell’organizzazione statuale qualcuno deve aver tradito. Chi ha tradito? E soprattutto perché? Una talpa DEVE esserci perché la scorta di Falcone era attenta e professionale e i suoi spostamenti venivano organizzati con la massima precisione e segretezza. Poi arrivò il senso di sconfitta: finché il magistrato era rimasto a Palermo era solo un uomo scomodo ma facilmente isolabile, ma quell’uomo aveva compiuto l’errore di spostarsi nella capitale, nella città del vero potere e qui non era più solo un uomo scomodo, ma un uomo da eliminare.

Uno dei primi pensieri è andato agli uomini della scorta, alle loro famiglie, a quei figli rimasti senza genitore.

Gli ho chiesto quale fosse il clima, quali fossero le sue sensazioni subito dopo la strage. “Cupo, tragicamente abbattuto, una piccola fiamma di rivolta e voglia di sradicare quello schifo dall’Italia è stata accesa soprattutto dal discorso doloroso e straziante tenuto da Paolo Borsellino in ricordo dell’amico e collega… ecco, il 19 luglio, quando poi uccisero anche Borsellino, bè lì pensai che fosse davvero finita”.

Ho voluto condividere con voi questa riflessione non subito, ma qualche giorno dopo l’anniversario della strage. Ricordarsene soltanto il 23 maggio non serve pressochè a nulla. Morti come quella di Capaci o quella di via d’Amelio dovrebbero entrare nel nostro intimo, mi spiego: ognuno ha sensibilità diverse, ma se riuscissimo anche solo per un istante ad acquisire un minimo di patriottismo, bè, forse riusciremmo a sentire quei morti come NOSTRI morti, come fosse un nonno, un parente vicino, qualcuno a cui tenevamo che viene a mancare. E lo fa in modo cruento e terribile.

Io molto probabilmente sono esagerata, ipersensibile e scema, sì anche scema, ma io ogni volta che sento raccontare la vita di una vittima di mafia sto male. Lo ammetto, spesso piango anche. Cuore debole da femminuccia? Può essere. Ma credo che sia anche amore per questo maledetto Paese che tanto schifiamo. Io ci tengo alla MIA Italia, perchè è anche mia. E non intendo continuare ad abbassare lo sguardo, ma voglio essere capace di guardare in faccia la realtà e di reagire.

A.

Turista solitaria.

Roma. Sono vergognosa, lo ben so, ma non ci ero mai stata in quasi ventitré anni di vita. Ora sono tornata da una sorta di giro lampo di trenta ore in cui ho tentato di vedere il più possibile.

Ho avuto l’onore di avere come guida turistica il professor Enzo Ciconte che, nel giro di pochissime ore, è riuscito a farmi ammirare la fontana di Trevi, piazza di Spagna, farmi fare una passeggiata in via dei Condotti prendendo un caffè in uno splendido e caratteristico bar, mi ha fatto apprezzare piazza Navona e il Pantheon.

Prima e dopo averlo salutato mi sono data al turismo solitario, condito da innumerevoli figuracce a dir poco da perdere la faccia: carabinieri che mi scortano alla libreria dove avrei dovuto incontrare il professore, militari che credendomi straniera fanno commenti poco fini e a cui rispondo con un “quanta galanteria!”, piedi talmente doloranti da finire accasciata come la peggio scappata di casa nel bel mezzo dei fori romani…

Roma è una città magica, finché non l’ho vista (e ne ho visto molto poco) non volevo crederci! Il foro Traiano, il Colosseo, i fori… ahh dei fori mi sono totalmente innamorata. Attraversare i secoli in poche manciate di minuti, papaveri e fiori di camomilla che crescono imperterriti tra le colonne.

Trastevere e le sue viette, i suonatori di fisarmonica a piazza Navona, il milite ignoto dentro l’Altare della Patria, Castel sant’Angelo e i suoi passaggi ombrosi, Pompi e il tiramisù, un’intervista sul gaypride e un meraviglioso bulldog francese di nome Pappy…da Roma porto indietro questi ricordi, bellissimi, e centinaia di foto.

Tornerò, per forza, mi sono innamorata della città in cui gli uomini sono dei marpioni incredibili e, nonostante il sudore, i piedi doloranti e la sveglia alle sei del mattino, ti fanno un complimento così genuino da farti sentire la Sofia Loren della situazione. Mi sono innamorata della città dove il tramonto sul Cupolone visto da un ponte sul Tevere riesce a ripagarti di tutta la fatica della giornata. Mi sono innamorata della città dove rivedere vecchie amiche ha un sapore tutto nuovo e dove vedere una chiesa in stile gotico ti lascia spiazzato.

😉 A.

Sorpresa.

Chi lo avrebbe detto? Io, poco ma sicuro, non lo avrei mai neanche potuto immaginare.

Ieri sera quel pazzo, folle e meraviglioso uomo che ormai mi sopporta da qualche mese mi ha fatto la sorpresa più bella che mi sia mai stata fatta nella mia vita! Dopo più di venti giorni che non ci vedevamo è spuntato qui sotto casa. SI, QUI A PISA! Totalmente inaspettato!

Dire che ho avuto un tracollo di emozioni contrastanti è dire poco. Mi sono messa a piangere come la perfetta quindicenne sconvolta, ho subito pensato che la mia stanza era un completo disastro e come se non bastasse ero vestita come la peggio desperate housewife. E’ stato un regalo dolcissimo, lo auguro davvero a chiunque!

😉 A.

Non lo so.

Settimana piena. Pienissima. Lunedì sera sono partita per Siena. Martedì mattina lavoro, tornare a Pisa e il giorno dopo lavorare a Viareggio. Lezione, lezione ancora. Mille risate. Un giro al pronto soccorso raccontandosi tutti i danni che abbiamo combinato da bambine. Un giro in centro in infradito, neanche fossi una scappata di casa.

Tra un mese finisce tutto. Non vedo Lui da venti giorni ma è come se fossero cento. Martedì vado a Roma per la prima volta nella mia vita e mi perderò dopo circa 10 minuti. Vado a intervistare Enzo Ciconte. Sono emozionata e mi sento piccola come una formica perchè non so se sono in grado di compiere un’impresa che mi appare titanica.

Dovrei iniziare a riempire le valige…il prossimo weekend vengono a trovarmi i miei genitori per iniziare a portare via le mie cose da Villa Giulia.
Definirmi combattuta all’idea di tornare a Milano è una definizione infima. Tornare a casa dopo sei mesi di indipendenza sarà difficile…dover tornare a sottostare alle leggi di casa, non poter più buttare almeno qualche ora nel “dolce far nulla” mi mancherà. Mi mancherà avere il mare vicino, mi mancherà la spensieratezza.

Mi viene da sorridere se penso che questa è stata e probabilmente sarà la mia unica esperienza di studio fuori casa…quando sarò una vecchia zitella decrepita racconterò questi giorni ripercorrendo ogni momento col sorriso, alcune cose con amarezza. Però ora che ho capito tanto di me mi rendo conto che la decisione di partire è stata forse una delle migliori scelte che io abbia mai preso.

Ora è il momento delle foto ricordo, delle serate spensierate e di imprimere ogni momento nella memoria. Di mettere le basi per legami che spero durino. Di salutare tutti con un sorriso triste ed amaro.

 

Buona giornata

😉 A.

Un mese e mezzo.

Manca solo un mese e mezzo. Mi sembra di essere arrivata a Pisa due giorni fa, invece tra poco questa avventura di studio “fuori porta” finirà. Come è ovvio che sia, inizio a fare dei bilanci che mi portano ad arrovellarmi per ore e ore.

Questa è stata la mia prima (e forse unica) esperienza di lontananza da casa per un tempo così lungo. Sarà davvero dura tornare tra le mura di casa, ricominciare a sottostare alle regole dei miei, tornare alla routine milanese. Qui, è vero, c’è poco da fare. Ho molto tempo per me, per rilassarmi, per leggere e soprattutto per calmare il turbine di pensieri che ho in testa. Una volta tornata a Milano mi farò prendere in breve tempo dallo scorrere dei giorni e mi mancherà molto la possibilità di scappare al mare ogni volta che voglio.
Mi mancheranno gli amici che ho conosciuto in questi mesi, spero di non perderli, almeno non tutti.

Buona giornata

😉 A.